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”Progetti Pilota” per lo sviluppo territoriale, riunito il Cda della Smap

Si è svolta il 13 ottobre 2021 a Cianciana  presso  il  Centro  Sociale  “Auditorium  Falcone  Borsellino”, la riunione  del  Consiglio  di  Amministrazione  della S.MA.P.  S.p.A. convocata dal presidente Giovanni Panepinto  che  si  terrà per discutere il seguente ordine del giorno: 1)PROGETTO  PILOTA  –  BANDO  PER  LA  REALIZZAZIONE  DI  PROGETTI  PILOTA VOLTI  ALLO  SVILUPPO  DEL  TESSUTO  IMPRENDITORIALE  TERRITORIALE –  ai  sensi  del  decreto  del  Ministro  dello  Sviluppo  Economico  e  del  Ministro dell’Economia  e  Finanze  del  30  novembre  2020,  pubblicato  nella  Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 25 gennaio 2021, n. 19. 2)  C.I.S. – Contratto Istituzionale di Sviluppo. 3)  Varie ed eventuali.

Qui è possibile scaricare le slide Slide di presentazione Progetti Pilota

 

Aree interne, in arrivo finanziamenti per migliorare le strade

“La ministra Carfagna ha destinato 300 milioni di euro per le strade delle Aree interne. I comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Montallegro, Ribera, San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina e Villafranca Sicula potranno intervenire per migliorare il loro sistema viario. I dodici comuni che hanno firmato la prima convenzione con la Smap spa nel marzo del 2016, oltre ai circa 40 milioni destinati alla strategia della area interna Snai Sicani, avranno finanziamenti per migliorare le strade. Avere voluto nel 2014 che il governo regionale istituisse la quinta area interna Snai siciliana è stato fondamentale. I frutti si raccolgono con il tempo e vanno a vantaggio dei cittadini”. Lo scrive in una nota il presidente Smap Giovanni Panepinto a proposito dell’intesa raggiunta a Roma sul decreto del MiMS che assegna i 300 milioni del Fondo complementare al PNRR per la manutenzione straordinaria delle strade delle aree interne. Il 47% delle risorse andrà al Sud.

Recovery Fund, Smap: investire sul green in Sicilia, non sprecare risorse

Per cogliere al meglio le opportunità offerte dal Recovery Fund è necessario programmare investimenti che siano produttivi nel tempo e non lascino alle giovani generazioni solo debiti da pagare per costruire cattedrali nel deserto. Serve un nuovo modello di sviluppo economico in cui il green svolga un ruolo da protagonista, con una serie di interventi che vanno dalla messa in sicurezza del territorio all’ampliamento della superficie boscata, dal rafforzamento della filiera foresta-legno-energia alla valorizzazione di nuovi modelli di gestione e fruizione del patrimonio ambientale. E’ necessario che in Sicilia il governo regionale apra un confronto serio con sindaci, amministratori, professionisti, sindacati, università per ascoltare le istanze che arrivano dai territori.

Sono questi, in estrema sintesi, alcuni dei concetti più volte sottolineati durante l’incontro online dal titolo ”Rimboschimento e Recovery Fund, quali opportunità per la Sicilia?”, promosso dalla Smap il 25 novembre 2020. I comuni che fanno parte della  Smap Spa sono: Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, Palazzo Adriano, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina. Al primo incontro, che prelude un prossimo appuntamento con il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, hanno partecipato la presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Agrigento Maria Giovanna Mangione, l’avvocato ed esperta di fondi comunitari Andreana Patti, il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino, il coordinatore tecnico della Snai Madonie Alessandro Ficile e i docenti della facoltà di Agraria dell’università di Palermo Pietro Columba, Donato La Mela Veca e Luca Altamore.

“Il Recovery Fund – ha sottolineato il presidente della Smap Giovanni Panepinto – rappresenta un’occasione importante anche sul fronte della gestione forestale sostenibile che la Sicilia non può farsi sfuggire. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l’agricoltura gioca un ruolo fondamentale e sono previsti anche contributi per la filiera foresta-legno-energia che si aggiungono all’attività di rimboschimento e miglioramento dei boschi esistenti. Come Smap, nel tentativo di poter cogliere questa grande opportunità, presenteremo alla Regione un documento con una serie di proposte elaborate con il contributo professionisti, docenti universitari, sindacalisti, sindaci e amministratori”.

“Quella del Recovery Fund – ha detto la presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Agrigento Maria Giovanna Mangione – è un’opportunità che non possiamo farci scappare: ci sono fondi disponibili verso risorse che possono avere una progettualità concreta, che è quella dell’agroecologia, di un turismo ecosostenibile, di un ampliamento dei boschi che diventano non soltanto il polmone vivente della nostra realtà ma anche una risorsa di educazione. Occorre ritornare a una sostenibilità ambientale che è anche a una sostenibilità economica e sociale. Il Covid dovrebbe farci riflettere molto, facciamo sì che queste esperienze negative possano insegnarci a vivere e ad affrontare meglio una nuova realtà e non a dimenticare quello che è il vivere sempre in un’era di consumismo sfrenato che sta portando al collasso del nostro pianeta”.

“Con il Recovery Fund – ha puntualizzato l’avvocato ed esperta di fondi comunitari Andreana Patti – stiamo indebitando le nuove generazioni. Quindi tutto ciò che noi non investiremo oggi comunque varrà in termini di debito per le future generazioni. Questo vuol dire che se non investiamo, se non rilanciamo gli investimenti sia pubblici che privati che guardano soprattutto ai giovani e alle donne vuol dire aver perso, vuol dire essersi indebitati senza aver portato il Sud in una situazione di prospettive di sviluppo reale. Non si possono più aspettare le norme di attuazione che scrive qualcun altro, si devono fare programmi di sviluppo che nascono dai territori, che partono anche dalle società di sviluppo locale perché conoscono realmente quali sono i fabbisogni, altrimenti non collimano anche con gli obiettivi tematici dei vari programmi operativi”.

“Purtroppo – ha detto Donato La Mela Veca, ricercatore e docente di Selvicoltura all’Università di Palermo -la governance regionale non ci favorisce in questo, perché è in una situazione veramente difficile e che manca negli strumenti di programmazione e pianificazione a livello regionale. Occorre stimolare un po’ l’amministrazione regionale. Per esempio si può chiedere alla Regione di recepire al più presto il Testo unico forestale che due anni fa il governo nazionale ha approvato, che prevede anche tante innovazioni per il settore, come quello della pianificazione forestale a livello territoriale o l’istituzione di un registro delle imprese forestali, che aumenterebbero moltissimo la professionalità e la capacità tecniche delle imprese che lavorano in questo settore. E l’importanza anche della formazione forestale, quindi prevede una figura di addetto forestale perché fare nuovi impianti e gestirli richiede un minimo di competenza e formazione. Già chiedere il recepimento di questa legge potrebbe sicuramente dare degli sviluppi positivi”.

“E’ del tutto evidente – secondo il segretario regionale Cgil Alfio Mannino –  che se la Regione pensa di utilizzare queste risorse solo ed esclusivamente per infrastrutture che hanno le caratteristiche di grandi cattedrali nel deserto, che non migliorano la qualità della vita, la qualità dei trasporti, che non rafforzano il nostro apparato produttivo,  credo che rischiamo di sprecare questa ennesima occasione. Non c’è dubbio che noi abbiamo la necessità di cambiare in profondità il nostro modello di sviluppo. Per farlo abbiamo la necessità di rideterminare il rafforzamento della filiera bosco-legno, ragionando sulle filiere florovivaistiche che grandi potenzialità hanno nella nostra Regione. Così come noi, nell’utilizzo e nel ragionamento che vogliamo mettere in campo una politica di radicale trasformazione del nostro modello produttivo, dobbiamo anche iniziare a ragionare su che tipo di modello di politiche energetiche ci vogliamo dotare”.

“La multifunzionalità del bosco – ha detto Luca Altamore, professore associato dipartimento Saf facoltà di Agraria di Palermo – si può evidenziare anche con l’attivazione di nuovi servizi commerciali, la ristorazione, il turismo enogastronomico, turismo sostenibile. Logicamente oltre anche alla stessa gestione e manutenzione del patrimonio boschivo che naturalmente attiva anch’esso dei posti dei posti di lavoro. Lo sviluppo del settore forestale nelle aree interne può contribuire alla sostenibilità territoriale. Il ruolo del bosco nelle aree interne va inteso come un nuovo elemento del posto capace di attivare, di creare valore all’interno dell’area per l’economia della società naturale proprio nell’ottica di uno sviluppo territoriale partecipato di tutte le componenti presenti già all’interno del territorio. Il  bosco deve essere capace di produrre servizi ecosistemici strategici, di creare e lanciare sviluppo di filiere sostenibili produttivo già presenti nel territorio, deve essere capace di creare sviluppo ambientale, sviluppo socio-culturale, generare nuova occupazione all’interno delle aree rurali”.

“Vorrei trarre spunto e prendere ispirazione dal rapporto Svimez: un euro investito al Sud è in grado di produrre e di terminare un incremento di 1,30 euro al Centro Nord. Noi oggi abbiamo anche questa doppia responsabilità, forti anche di una consapevolezza nuova, ritrovata, che ci viene anche confermata da studi scientifici ed analisi di mercato”, ha detto Alessandro Ficile, coordinatore tecnico Snai Madonie.

“Qualunque forma che possa far sì che l’uomo ritorni sul territorio – ha sottolineato l’agronomo Giuseppe Castellana – rappresenta non soltanto una forma di investimento a lungo termine, non soltanto una forma di creazione di valore per il territorio, ma una forma anche di creazione di occupazione che è propria degli investimenti dei capitali come fonte di apporto di patrimonio che genera ricchezza. E allora credo che vada intanto affermato il fatto che questa programmazione da parte della Regione è avvenuta senza un confronto serio”.

“Sono convinto – ha detto Pietro Columba, professore ordinario Facoltà di Agraria di Palermo – che noi dobbiamo fare un modello che integra e che rafforza il legame fra la popolazione, la società, scienza sociale del rapporto col territorio e di come da questo rapporto risulti il benessere di tutti, garantisce la possibilità di fare reddito in agricoltura e nel sistema forestale. Non possiamo lasciare l’agricoltore siciliano a competere con agricolture super competitive, super invasive, come possono essere quelle del della Cina da una parte o del Vietnam dall’altra o dell’Ucraina dall’altro dell’Australia dall’altra ancora. Lo abbiamo visto è quello che è successo in tutti questi anni, per questo occorre creare quel sistema di offerta integrata dove fra territorio, la fruizione diretta, l’ambiente, la salute, l’alimentazione, il cibo tipico qualificato e così via, si faccia veramente valore in un modo che sia non bulimico, si faccia valore sul pregio e non sulla quantità”.

 

”Rimboschimento e Recovery Fund, quali opportunità per la Sicilia?”, video conference il 25 novembre

”Rimboschimento e Recovery Fund, quali opportunità per la Sicilia?”. Ne parleranno rappresentanti degli ordini professionali agronomi e forestali, delle organizzazioni sindacali, docenti universitari, sindaci e amministratori siciliani. Iniziativa promossa dalla Smap (Società per lo Sviluppo del Magazzolo Platani) presieduta da Giovanni Panepinto. Per partecipare è necessaria l’iscrizione al seguente link. Riceverete email con username e password per l’accesso non appena la segreteria accetterà la vostra richiesta. https://forms.gle/Rtv5XtQa4zY7dXCH6

“Finanziamenti privati per l’impresa giovanile” con Resto al Sud, incontro Smap a Cianciana lunedì 25 febbraio

“Finanziamenti privati per l’impresa giovanile”, le opportunità offerte dal piano Resto al Sud di Invitalia. Se ne parlerà a Cianciana lunedì 25 febbraio alle ore 17:30 nei locali del centro sociale “Falcone e Borsellino”. L’iniziativa è promossa dalla Smap Spa in collaborazione con il Comune di Cianciana. “E’ la prima di una lunga serie di iniziative che organizzeremo nell’Agrigentino per promuovere le opportunità di Resto al Sud”, annuncia il presidente della Smap Giovanni Panepinto. La Società per lo Sviluppo del Magazzolo Platani, che raggruppa tredici comuni e diverse aziende, è tra gli enti accreditati da Invitalia nell’ambito dell’incentivo a sportello Resto al Sud e offre  servizi di consulenza e assistenza nella predisposizione dei progetti imprenditoriali.

Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani nelle regioni del Mezzogiorno. Si possono avviare iniziative imprenditoriali per: produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo. La possibilità di fruire delle agevolazioni, finora riservate solo agli under 36, con la Legge di Bilancio 2019 è stata estesa anche agli under 46 e ai liberi professionisti che: siano residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda di finanziamento; trasferiscano la residenza nelle regioni indicate dopo la comunicazione di esito positivo; non abbiano un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento; non siano già titolari di altra attività di impresa in esercizio.

Basta semafori sulla Ss 121, la Smap: ripristinare diritti dei comuni interessati

Il prossimo 25 gennaio 2019 alle ore 17 nell’aula consiliare del Comune di Lercara Friddi, “Basta Semafori” appello dei Cittadini all’Anas e al Governo Nazionale e Regionale per restituire alla normalità il transito sulla Palermo Agrigento e ripristinare i diritti dei cittadini dei comuni interessati.

Nel video l’intervista al presidente della Smap Giovanni Panepinto.

Resto al Sud: contributi anche ai professionisti e agli under 46

Novità per Resto al Sud, l’incentivo del governo, gestito da Invitalia, per sostenere la nascita di nuove attivitàimprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno: la possibilità di fruire delle agevolazioni, finora riservate solo agli under 36, viene estesa anche agli under 46 e ai liberi professionisti.

Con la legge di Bilancio 2019 si amplia dunque la platea di destinatari delle agevolazioni di Resto al Sudche offrono contributi per l’avvio di imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

I liberi professionisti che intendono accedere all’incentivo, nei dodici mesi che precedono la richiesta di agevolazione a Invitalia, non dovranno essere titolari di partita Iva per un’attività analoga a quella proposta per il finanziamento. Inoltre, dovranno mantenere la sede operativa nelle regioni del Mezzogiorno interessate.

A poter beneficiare delle agevolazioni potranno essere, ad esempio, i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare. Più in generale si offre una possibilità a chi vuole investire sulle proprie competenze ma ha difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro.

Si ricorda che il finanziamento Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in:

  • contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo
  • finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.

L’importo massimo del finanziamento erogabile è di 50mila euro per ciascun socio, fino ad un ammontare massimo complessivo di 200mila euro.

Le domande, corredate da tutta la documentazione relativa al progetto imprenditoriale, vanno inviate a Invitalia, attraverso la piattaforma dedicata, accessibile dal sito invitalia.it.

L’Agenzia esamina i progetti in base all’ordine cronologico di arrivo e ne valuta la sostenibilità tecnico-economica, dando una prima risposta formale entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza.

E’ possibile seguire l’iter del progetto attraverso l’App dedicata Resto al Sud, totalmente gratuita.

Nel 2018 con Resto al Sud sono nate oltre 2.200 imprese nel Mezzogiorno e sono stati creati più di 8.200 posti di lavoro.

Tutti i dettagli su Resto al Sud 

Incentivi “Resto al Sud” per progetti imprenditoriali, la Smap tra gli enti accreditati da Invitalia

La S.MA.P. S.p.A., presieduta da Giovanni Panepinto, è tra gli enti accreditati da Invitalia nell’ambito dell’incentivo a sportello “Resto al Sud”. La Società per lo Sviluppo del Magazzolo Platani, che raggruppa tredici comuni, offrirà  servizi di consulenza e assistenza nella predisposizione dei progetti imprenditoriali.

Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani nelle regioni del Mezzogiorno. La dotazione finanziaria complessiva è di 1.250 milioni di euro.

Cosa si può fare. Avviare iniziative imprenditoriali per: produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; fornitura di servizi alle imprese e alle persone; turismo. Sono escluse dal finanziamento le attività agricole, libero professionali e il commercio.

Spese ammissibili. Sono ammissibili le spese per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all’avvio dell’attività.

Agevolazioni. Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in: contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo; finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. Resto al sud è un incentivo a sportello: le domande vengono esaminate senza graduatorie in base all’ordine cronologico di arrivo.

Leggi il Regolamento attuativo – Decreto 9 novembre 2017, n.174

Smap, nate 160 iniziative imprenditoriali nell’area Magazzolo – Platani – Monti Sicani

L’attività della S.MA.P. SpA, presieduta da Giovanni Panepinto, ha fatto nascere 160 iniziative imprenditoriali direttamente con i patti e il pit, ed altre sono nate con la legge 488/92 e i “prestiti d’onore”. Nonostante marginalità, fragilità dell’assetto aziendale e isolamento viario, grazie anche alla S.MA.P. SpA, il territorio ha avviato la fase della concertazione degli attori locali e ha fatto ricorso alla finanza della programmazione negoziata. Tra le attività la promozione turistica di un territorio dotato di 10 strutture alberghiere, la commercializzazione delle produzioni anche nelle grandi reti commerciali, la salvaguardia dell’ambiente, la creazione di nuovi posti di lavoro.

Principali attività

Patto Territoriale Generalista Magazzolo Platani: Soggetto  Responsabile  del  Patto  Territoriale  Generalista Magazzolo  Platani,  finanziato  con  decreto  n.  2453  del 29/03/2001 del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. I  programmi  di  investimento  ammessi  al  contributo  sono sessantuno,  le  opere  infrastrutturali  ammissibili,  al  servizio delle imprese, sono sei. L’investimento  complessivo  per  gli  insediamenti  produttivi ammonta ad € 56.240.090,48. Gli oneri a carico dello Stato sono pari ad € 43.193.356,30, di cui € 32.748.531,97 per iniziative imprenditoriali private ed € 10.444.824,33 per interventi infrastrutturali. I posti di lavoro programmati, a regime, sono circa 490.

Patto  Territoriale  tematico  per  l’Agricoltura  Magazzolo Platani: Soggetto  Responsabile  del  Patto  Territoriale  Agricolo Magazzolo  Platani,  finanziato  con  decreto  n.  2517 dell’11/05/2001 del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. Le imprese finanziate sono cinquantasei. L’investimento complessivo è pari ad € 31.030.896,19, di cui €  20.438.265,32  a  carico  dello  stato.  L’incremento occupazionale programmato ammonta a n. 276 unità.

PIT n. 23 Magazzolo Platani Monti Sicani dell’Agrigentino. Il  Piano  Integrato  Territoriale  n°  23  “Magazzolo  Platani Monti  Sicani  dell’Agrigentino”  è   stato  finanziato  con D.P.R.S.  n.  94/SEGR  del  18/06/2002.  I  Comuni  aderenti sono  Alessandria  della  Rocca,  Bivona,  Burgio,  Cammarata, Casteltermini,  Cianciana,  Lucca  Sicula,  San  Biagio  Platani, San  Giovanni  Gemini,  Sant’Angelo  Muxaro,  Santo  Stefano Quisquina e Villafranca Sicula. Il PIT n. 23 prevede n. 60 interventi. La  S.MA.P.  è  il  soggetto  attuatore  del  PIT  n.  23  e, quindi,  gestisce l’Ufficio Unico.  La S.MA.P. ha elaborato e presentato:

1)  Il  progetto  “Internazionalizzazione  del  tessuto economico dell’Area PIT”, intervento n. 59 a valere sulla  Misura  6.06  a  “Internazionalizzazione  del  tessuto economico dell’Area PIT”. È stato finanziato con DDG. N.  962/6S1del  14/04/2004  dal  Dipartimento  Reg.le Cooperazione; Commercio, Artigianato e Pesca;

2)  Il  progetto  “Promozione  Turistica  del  Comprensorio dei Monti Sicani e Valle del Platani”, intervento n. 56 a valere sulla Misura 4.18. È stato finanziato con DDG. N. 1379  del  10/11/2006  dal  Dipartimento  Reg.le  per  il Turismo, Comunicazione e Trasporti.

Nel 2001 è stato costituito lo  Sportello Unico associato per le  Attività  Produttive  (S.U.A.P.)  ai  sensi  della  L.R. n. 10/2001. E’  stato  stipulato  un  Contratto  con  la  “ISM  in  Store Management  Srl”  di  Milano,  per  la  Promozione  e Commercializzazione  dei  Prodotti  agro-alimentari del territorio  della  S.MA.P.,  avendo  cura,  inoltre,  di  migliorare la  qualità,  il  confezionamento  ed  estrinsecare  al  meglio  le caratteristiche naturali e salutistiche dei prodotti.

Progetto  del  Distretto  Produttivo  Monti  Sicani  “Settore  Lattiero-Caseario” comprendente oltre ai Comuni aderenti al  PIT  anche altri  comuni  della  provincia  di  Palermo  e Caltanissetta,  che  a  seguito  di  procedura  negoziale  con l’Assessorato  Cooperazione  è  stato  siglato  nel  novembre 2009 l’accordo con il Distretto di Ragusa per la costituzione di  un  unico  distretto  denominato  Distretto  Produttivo Siciliano “Settore Lattiero-Caseario”.

Il 19/11/2009 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa che ha costituito  la  Coalizione  Territoriale  “Terre  Sicane  – Sciacca”,  per  la  progettazione  del  Piano  Integrato Territoriale (PIST) “Terre Sicane – Sciacca”, che è stato ratificato  dai  dodici  Comuni  aderenti  alla  S.MA.P.  SpA. Nell’ambito della Coalizione Territoriale la S.MA.P. SpA è Soggetto Referente dei dodici Comuni.

Area interna Sicani

Nel marzo 2016 stipulata la convenzione Area interna Sicani, nel novembre 2017 consegnate le proposte attinenti il preliminare di “Strategia”.

 

Smap valorizza il sistema ad alta naturalità dei Monti Sicani e della Valle del Platani

Il comprensorio costituito dai 13 Comuni della S.MA.P. S.p.A. si inserisce nel sistema ad alta naturalità dei Monti Sicani e della Valle del Platani ed è un’area con grandi problemi di marginalità ed isolamento. L’altitudine media dei tredici centri è pari a 498 metri sul livello del mare, mentre la media provinciale è appena superiore a 350 m s.l.m. Questo dato già indica le prevalenti caratteristiche montuose del territorio.
L’ambito territoriale dell’area SMAP è racchiuso a nord dal lungo crinale dei monti Sicani che va da Monte Cammarata a Monte Genuardo, dal corso del fiume Platani da est a sud, da quello del fiume Magazzolo ad ovest.

Le qualità paesistiche che derivano dalla particolarità delle rocche, dalla morfologia ondulata delle colline argillose, dalla permanenza delle colture tradizionali dei campi aperti e dai pascoli d’altura, dai boschi, dalla buona distribuzione di manufatti rurali e antiche masserie, dal corso dei fiumi Platani e Magazzolo caratterizzati da una continua alternanza di scorci paesaggistici differenti sono di valore particolare e da valorizzare.

Il sistema naturale è caratterizzato prevalentemente dai boschi d’alta quota e dagli ecosistemi fluviali, ma sarebbe sbagliato spiegare con la presenza di questi o delle Riserve naturali la rilevanza ambientale dell’intero ambito. Si tratta di un sistema complesso che rappresenta la più importante “armatura territoriale” di questo ambito, ed è caratterizzato da una naturalità diffusa e da una antropizzazione concentrata prevalentemente in piccoli centri urbani, alcuni di origine medievale disposti lungo il crinale dei Monti Sicani, altri di nuova fondazione sorti lungo le valli dei due fiumi.

Oggi, buona parte del territorio ricade all’interno del costituendo Parco Regionale dei Monti Sicani, art. 64 L.R. n. 6/2009. Il tessuto produttivo si caratterizza per la presenza di micro e piccole imprese. Caratteristiche che segnalano la fragilità del contesto economico. Nonostante marginalità, fragilità dell’assetto aziendale e isolamento viario, dieci anni fa il territorio ha avviato la fase della concertazione degli attori locali e ha fatto ricorso alla finanza della programmazione negoziata.